Nell’articolo di oggi conosciamo più da vicino Andrea Camilleri, uno scrittore amatissimo dagli italiani, che nella sua lunga vita si è occupato anche di drammaturgia, sceneggiatura e regia.
All’inizio degli anni ’40 Camilleri inizia a lavorare come sceneggiatore e regista di teatro, si iscrive alla Facoltà di lettere e filosofia senza tuttavia raggiungere la laurea; verso la metà degli anni ’40 pubblica poesie e racconti e nel 1949 diventa l’unico allievo ammesso quell’anno all’Accademia di arte drammatica intitolata a Silvio d’Amico.
Andrea Camilleri, come ha iniziato il suo percorso letterario
Concluderà questo percorso di studi nel 1952 pubblicando nel frattempo altri racconti e poesie, alcune delle quali raccolte in un’antologia curata da Ungaretti. Nel 1977 gli viene assegnata la cattedra di regia presso l’Accademia nazionale di arte drammatica, lavoro che manterrà per circa vent’anni.
Per quanto riguarda la sua carriera come scrittore, nel 1978 Camilleri esordisce agli occhi del grande pubblico con Il corso delle cose, un’opera che aveva realizzato già 10 anni prima e che era stata pubblicata gratuitamente da un editore a fronte di un pagamento con l’impegno di menzionarlo nello sceneggiato TV che viene realizzato proprio a partire da questo libro che era rimasto pressoché ignoto ai lettori.
Gli anni ’90 e il successo di Montalbano
A partire dagli anni ’80 inizia a pubblicare una serie di romanzi ambientati in terra siciliana alla fine del secolo precedente che gli garantiscono il suo primo premio letterario a Gela. Dopo un decennio di pausa nel 1992 riprende a scrivere e due anni dopo arriva il successo con il primo romanzo poliziesco dedicato al commissario Montalbano: i suoi libri vengono stampati più volte vendendo in media 60mila copie anche se la critica non lo accoglie sempre con grandi favori imputandogli una certa ripetitività.
Il fenomeno Camilleri esplode definitivamente nel 1998 grazie alla serie televisiva dedicata a Montalbano interpretato da Luca Zingaretti. Nel 2001 l’autore pubblica un romanzo ambientato nel 1600 interamente redatto in siciliano e spagnolo. Alla fine del 2002 accetta l’incarico come direttore artistico di un Teatro comunale inaugurato in presenza del capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi.
Continua a pubblicare a cadenza regolare sia romanzi su Montalbano sia altri libri che catturano l’attenzione del grande pubblico tanto che le sue opere sono state tradotte in almeno 120 lingue e contando oltre 10 milioni di copie vendute in tutto il mondo. All’età di 91 anni pubblica nuovamente un libro, il numero 100 in carriera, con l’aiuto della sua assistente, per via della sopraggiunta cecità.
Nel 2006 ha consegnato al suo editore l’ultimo libro contenente il finale della storia di Montalbano chiedendo espressamente che la pubblicazione avvenga dopo la sua morte. L’autore dichiara infatti di temere la comparsa dell’Alzheimer in vecchiaia e di aver voluto garantire ai lettori il finale, prevenendo qualsiasi possibile ostacolo alla stesura.
Questo previdente e talentuoso scrittore italiano ha uno stile estremamente regolare e simmetrico: il romanzo ben congegnato secondo Camilleri deve rimanere entro le 180 pagine e ogni capitolo deve essere lungo 6 pagine se si tratta di un racconto o 10 pagine se si tratta del capitolo di un romanzo: se tale metrica non viene rispettata, preferisce rielaborare la bozza. Un’altra sua peculiarità è l’utilizzo di un linguaggio misto tra italiano e siciliano formatosi quando faceva visita in ospedale al padre in fin di vita: questi gli racconterà una storia che Camilleri avrebbe voluto pubblicare ma che non era in grado di tradurre in italiano e quindi fu il padre stesso a suggerirgli di scriverla proprio così com’era stata raccontata.